Giappone, prima metà del XVII secolo.

Scrittoio nanban, Giappone (Ph. Marco Di Nardo – MAET).

 

La rubrica resta in Asia, ma si sposta in Giappone per presentare uno scrittoio in legno senza ribaltina con otto cassetti, laccato e decorato con motivi kachōga (fiori e uccelli) in madreperla. Il manufatto è riconducibile alla produzione artistica giapponese nanban di inizio Seicento. Il primo esemplare di secrétaire come quello in foto è stato, infatti, catalogato a Schloss Ambras (Austria) intorno al 1607.

Nella seconda metà del XVI secolo, le lacche giapponesi destinate ai mercati occidentali erano note come “lacche nanban” (南蛮). Letteralmente il termine significa “barbaro del sud”, e sebbene inizialmente venisse utilizzato per riferirsi alle società del sud-est asiatico, dal XVI secolo andò a identificare gli europei giunti in Giappone per motivi commerciali.

L’arte nanban (南蛮美術) definisce, quindi, tutti gli ibridi tra cultura materiale giapponese ed europea che si manifestarono durante il cosiddetto “secolo cristiano” (1543-1639). Con la promulgazione del sakoku (letteralmente “paese incatenato, blindato”) durante il periodo Edo/Tokugawa (1603 – 1868), che vietò ogni tipo di contatto commerciale e diplomatico con l’esterno, si arrestò questo tipo di produzione artistica.