La storia del Museo di Antropologia ed Etnografia (MAET) è collegata a quella dell’omonimo Istituto universitario nato nel 1923 negli ammezzati di Palazzo Carignano.

Il Museo viene fondato nel 1926 da Giovanni Marro (1875-1952), medico psichiatra e docente di Antropologia per le Scienze Naturali, che conserva sin da subito numerosi resti umani (crani isolati, scheletri, teste e corpi mummificati o imbalsamati), frutto di campagne di scavo condotte in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana, guidata prima dall’egittologo Ernesto Schiaparelli (1856-1928) e dopo dal collega Giulio Farina (1889-1947). Contemporaneamente fa confluire raccolte etnografiche di svariata origine e provenienza, nonché manufatti artistici realizzati da ricoverati presso i manicomi torinesi diretti dal padre, lo pischiatra Antonio Marro (1840-1913).

Il MAET presso Palazzo Carignano a Torino (1926-1936).

Nel 1936 la sede del MAET viene spostata presso l’antico Ospedale San Giovanni Battista. Disponendo di nuovi locali, il patrimonio del Museo si amplia fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: durante gli anni del conflitto bellico, infatti, le collezioni vengono trasferite fuori Torino per essere messe in salvo da eventuali bombardamenti. Dopo il 1945, la cura e il riordino delle raccolte è affidato a Savina Fumagalli (1904-1961), assistente di Marro e incaricata per l’insegnamento dell’Antropologia. Alla sua morte, comincia una nuova fase di ristrutturazione voluta dal nuovo responsabile scientifico, Brunetto Chiarelli, nominato docente di Antropologia presso l’Ateneo torinese fra il 1965 e il 1980. Vengono così impostate nuove basi espositive e di conservazione delle collezioni.

Negli anni Ottanta la conduzione del MAET passa a Melchiorre Masali, docente di Antropologia, ma nel 1984 è costretto alla chiusura al pubblico in quanto i locali dello storico edificio non sono più rispondenti alle nuove norme di sicurezza. Restano attivi i progetti di ricerca che interessano, in particolar modo, la collezione antropologica egizia. Negli anni seguenti, la direzione viene assunta da Emma Rabino Massa, docente di Antropologia, fino al 2016, che realizza iniziative quali mostre tematiche temporanee o itineranti e cicli di conferenze. Nel 2014 il MAET entra nel nascente Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Torino.

Il MAET presso il Palazzo degli Istituti Anatomici (Torino, 2024).

Nel 2017 viene nominata direttore del MAET, Cecilia Pennacini, docente di Antropologia culturale, con cui si avviano il progetto di trasferimento presso i nuovi spazi del Palazzo degli Istituti Anatomici, le attività di studio e catalogazione dell’intero patrimonio museale e la loro valorizzazione attraverso mostre, visite guidate ai depositi e incontri (in presenza e online) rivolti al pubblico generico.

 

PERSONAGGI

Giovanni Marro, il fondatore del Museo

Giovanni Marro nasce a Limone Piemonte (CN) nel 1875, figlio di Antonio (1840-1913), Direttore dei Regi Ospedali Psichiatrici di Torino, e fratello di Andrea (1872-1951), noto chirurgo.

Si laurea nel 1900 a Torino in Medicina e Chirurgia; nel 1907 è nominato Medico primario e Direttore del Laboratorio Anatomico dell’Ospedale Psichiatrico di Collegno (TO) e, nel 1937, diventa Direttore Generale dei quattro Ospedali Psichiatrici di Torino-Collegno. Fra 1913 e 1935 partecipa in qualità di antropologo agli scavi della Missione Archeologica Italiana (M.A.I.) in Egitto, mettendo insieme una grande raccolta antropologica che costituisce il nucleo fondante del MAET. Nel 1926 è incaricato per l’insegnamento dell’Antropologia per le Scienze Naturali presso l’Ateneo torinese.

Per il suo attivo sostegno al Fascismo fu allontanato dall’Università fra il 1946 e il 1949, anno in cui venne reintegrato per andare in pensione subito dopo.

Muore a Torino il 20 luglio 1952.

 

Savina Fumagalli, il riordino del Museo dopo la Seconda Guerra Mondiale

Savina Fumagalli nasce a Ronco Scrivia (GE) nel 1904 e si laurea in Scienze Naturali a Torino nel 1927.

Allieva e, successivamente, assistente di Giovanni Marro, nel 1933 consegue la libera Docenza in Antropologia. Dal 1948 è incaricata del Corso di Antropologia nella Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Ateneo torinese, e docente della stessa materia presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ex ISEF, fondato nel 1959).

Nel 1952 assume la cura e il riordino del MAET, proseguendo la raccolta di materiali e integrando le collezioni etnografiche. Negli stessi anni redige il primo inventario completo del Museo. Per le sue numerose ricerche e pubblicazioni riceve il premio per le Scienze Naturali dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

Nel 1961, in occasione delle Celebrazioni per il Primo Centenario dell’Unità d’Italia, prepara a Torino il I Congresso Nazionale di Scienze Antropologiche, Etnologiche e di Folklore.

Dopo una lunga malattia muore a Torino, il 18 dicembre del 1961.