Paio di scarpette per “piede a fiore di loto” proveniente dalla Cina.

Cina, prima metà XX sec.

Scarpette cinesi per piedi "a fiore di loto" (Ph. Marco Di Nardo – MAET)

Scarpe per piedi “a fiore di loto” (Ph. Marco Di Nardo – MAET)

Non esiste cultura che non preveda interventi più o meno invasivi sul corpo disegnandolo, incidendolo, modellandolo… Una delle pratiche più famose nel mondo è quella dei piedi di loto, diffusa in Cina fino almeno agli anni Cinquanta del Novecento. I piedi delle bambine venivano fasciati con bende che, tralasciando l’alluce, costringevano le dita a ripiegarsi verso la pianta dei piedi. Pare che questa usanza si sia sviluppata tra il IV e il VII secolo tra le danzatrici imperiali. Si diffuse durante la dinastia Song (960-1276) e i piccoli piedi delle donne, chiamati “gigli d’oro” divennero segno di eleganza e bellezza. La pratica è legata anche a una sempre più marcata differenza tra i ruoli di genere nella società cinese. La fasciatura dei piedi, vera menomazione del corpo femminile che ne limitava grandemente i movimenti, faceva sì che per le donne fosse più semplice rimanere negli spazi chiusi del privato e della casa.